– Nacque a Milano il 20 settembre 1913, da Giuseppe e da Giuseppina Carabelli. Nel 1932 si diplomò alla Scuola di tessitura della Società d’incoraggiamento d’arti e mestieri di Milano. Nel 1933 cominciò a frequentare l’ambiente gravitante attorno alla galleria del Milione e alla galleria Pesaro. I suoi principali riferimenti artistici furono soprattutto Mario Sironi, Osvaldo Licini, George Grosz, Marc Chagall, Paul Klee, Max Ernst e Pablo Picasso. Nel 1934 iniziò a collaborare, come disegnatore, con La rivista illustrata del popolo d’Italia e con Sovrana. Fra il 1935 e il 1936 frequentò la Scuola superiore d’arte sacra del Castello Sforzesco, nel distaccamento di piazza Cavour. Nel 1936 conobbe Mariuccia Noè, studentessa del liceo Parini (Regesto, in Franco Rognoni. Opere..., 2003, p. 150). Nel 1938 iniziò la pubblicazione di disegni e illustrazioni sul quotidiano L’ambrosiano. Nello stesso anno tenne una personale di disegni alla galleria Piccola mostra e partecipò ad alcune esposizioni collettive, fra le quali si segnala «Dopo il Novecento», alla galleria Barbera, con importanti artisti italiani (pp. 150 s.). Dalla fine degli anni Trenta in poi la partecipazione alle mostre collettive e le collaborazioni con la stampa divennero tanto frequenti da non poter essere qui menzionate, come già fatto quasi interamente in altre sedi (pp. 152-191). Nel 1939 partecipò a una collettiva presso il negozio Vemar, insieme a importanti artisti italiani, come Lucio Fontana. Nel 1940 non venne richiamato alle armi, per la sua gracile costituzione, e riuscì quindi a non interrompere completamente la collaborazione con la stampa e l’attività espositiva. Sempre nel 1940 partecipò alla «Mostra de “La Rotonda”. 25 artisti 25» (pp. 150 s.). Nel 1942 (poi anche nel 1947) tenne una personale alla galleria 15 Borgonuovo e, a causa degli eventi bellici, si trasferì a Luino sul lago Maggiore. Nel 1943 espose alla «Mostra del disegno italiano» della galleria Cairola. Nel 1945, dopo la liberazione di Milano, tornò a stabilirsi in città e intensificò le collaborazioni con gli editori come illustratore (pp. 153-155). Nel 1946, a Milano, sposò Mariuccia Noè. Nello stesso anno partecipò alla II Mostra d’arte contemporanea del fondo Matteotti al ridotto della Scala, insieme ad artisti italiani quali Carlo Carrà, Giorgio De Chirico e Giorgio Morandi. Nel 1947 tenne una personale alla galleria L’Annunciata di Bruno Grossetti (come fece frequentemente negli anni successivi). Sempre nel 1947 iniziò a collaborare con l’Avanti!, realizzando disegni a carattere satirico (pp. 156, 158, 162-164, 171, 176, 178). Nel 1948 espose alla libreria Denti di Como. Lino Saltini, in una recensione a questa mostra, gli rimproverò di seguire troppo Scipione (Gino Bonichi) e di voler apparire «nuovo e alla moda» (Saltini, 1948). Nel 1949 tenne una personale alla Saletta dell’Orso di Biella, dove espose disegni e ciottoli dipinti (questi ultimi li presentò anche in una collettiva alla galleria L’Annunciata, dedicata ai regali di Natale d’autore; B. M., 1949). Nel 1950 espose in un’altra personale alla galleria dello Scorpione di Trieste, oltre che in alcune collettive, fra le quali si segnala la mostra del Concorso per la illustrazione del libro alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma. Nel 1953 Guido Ballo scrisse un testo critico per una personale alla galleria Montenapoleone 6A (dove le sue opere furono esposte anche l’anno seguente). Nel 1957 iniziò a collaborare come scenografo con la RAI TV e con la Compagnia dei pupazzi di Maria Perego (fino al 1962). Nel 1959 firmò le scene e i costumi per un’opera al teatro La Fenice di Venezia, nell’ambito del XXII Festival internazionale di musica contemporanea. Fra le esposizioni personali del 1960, l’attenzione della stampa si soffermò in particolare sulla mostra della galleria L’Annunciata (Regesto, in Franco Rognoni. Opere..., 2003, pp. 163 s.; GNAM, Archivio bioiconografico). La critica fu abbastanza concorde nell’evidenziare nell’artista le influenze di Grosz, Chagall ed Ernst. Luciano Budigna (1960) si soffermò sulla «abilità e l’astuzia da antico orafo» di Rognoni. Altri sottolinearono una particolare tristezza di Rognoni, definito «un bambino che tenta di evadere dalla sua malinconia contemplando le bolle di sapone» (Mostre d’arte, 1960). Nel 1961 tenne una personale alla galleria La Muffola e fra la fine dello stesso anno e i primi giorni del seguente ne tenne un’altra alla galleria L’Annunciata, ricevendo varie recensioni critiche, quasi tutte positive (ma cfr. Le mostre d’arte, 1962). Nel 1965, stando a una lettera di Grossetti, avrebbe voluto essere invitato alla IX Esposizione Quadriennale di Roma, senza sottoporsi al giudizio della commissione di accettazione. Purtroppo il segretario della Quadriennale, Fortunato Bellonzi, rispose che, non facendo parte della commissione, poteva solo riferire a essa i desideri che gli venivano manifestati (Grossetti, 1965; Bellonzi, 1965). Nel 1967 espose alla galleria Sansovino di Vittorio Veneto (D. B., 1967) e tenne una personale alla galleria Zanini di via del Babuino 41A a Roma (Del Massa, 1967). Nel 1969 venne organizzata una personale alla galleria La Lanterna di Trieste (Rognoni alla Lanterna, 1969) e fu presente alla Prima triennale dell’incisione al palazzo della Permanente (poi anche nel 1980, nel 1986, nel 1990; Regesto, in Franco Rognoni. Opere..., 2003, pp. 169, 179, 182 s.). Nel 1972, nella galleria del Parlamento nel palazzo Carignano di Torino, tenne una personale delle sue opere grafiche (pp. 175 s.). Nel 1983 venne nominato accademico corrispondente dell’Accademia nazionale di San Luca. Nel 1984 espose alla Biennale nazionale d’arte al palazzo della Permanente (poi anche nel 1987, nel 1990 nell’ambito della mostra «Arte in permanente», e nel 1993; pp. 181-183, 188). Nel 1991 tenne una personale alla galleria Poma, a Morcote (Svizzera), come fece poi nel 1993 e nel 1997 (pp. 184, 187, 189). Morì a Milano l’11 marzo 1999.
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